La crisi degli operatori sanitari in Europa non è più una minaccia incombente, ma una realtà che ha fatto sì che il settore chiedesse sostegno a gran voce, ha affermato il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità durante un incontro a Bucarest.
Il vertice, a cui hanno partecipato rappresentanti di 50 stati, mirava ad affrontare la grave crisi che colpisce gli operatori sanitari in Europa e in Asia centrale, delineata in un rapporto dell’OMS.
IL rapportopubblicato nel settembre dello scorso anno, ha evidenziato come gli operatori sanitari anziani siano stati una “bomba a orologeria”, in mezzo a un aumento delle malattie croniche e all’aumento della domanda di assistenza sanitaria.
In 13 dei 44 paesi inclusi nel rapporto, oltre il 40% dei medici aveva più di 55 anni, rappresentando una minaccia per la sostenibilità della forza lavoro.
Ma c’era anche un’enorme differenza tra i paesi, con alcuni che avevano medici molto più giovani.
“Non possiamo più aspettare per affrontare le pressanti sfide che il nostro personale sanitario deve affrontare. La salute e il benessere delle nostre società sono in gioco: semplicemente non c’è tempo da perdere”, ha affermato il dott. Hans Henri Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa.
Sebbene la regione esaminata avesse una densità aggregata di operatori sanitari superiore alla media di 44,5 per 10.000, il rapporto ha suggerito che assunzioni e ritenzioni insufficienti potrebbero peggiorare l’invecchiamento della forza lavoro.
La sfida è aggravata dalla migrazione di lavoratori qualificati, cattiva governance, mancanza di pianificazione strategica e scarso accesso a opportunità di sviluppo professionale continuo, si legge nel rapporto.
Condizioni di lavoro difficili e risorse insufficienti hanno portato a un aumento del numero di proteste degli operatori sanitari in tutta Europa.
Centomila operatori sanitari hanno tenuto uno sciopero nazionale in Francia nel novembre 2022, con scioperi simili in Irlanda, Germania e Regno Unito negli ultimi mesi.
“Questa azione sindacale riflette chiaramente la crescente frustrazione e preoccupazione tra gli operatori sanitari in tutta la nostra regione, evidenziando ulteriormente l’urgente necessità di un’azione su più fronti per sostenere e investire nella forza lavoro sanitaria e assistenziale”, ha spiegato il dott. Kluge.
La Dichiarazione di Bucarest, formata durante l’incontro, mira ad affrontare tutte queste questioni per evitare il “potenziale collasso del sistema sanitario” a cui accenna il rapporto a lungo termine, ha aggiunto.
La dichiarazione chiede un’azione politica rigorosa e l’impegno per proteggere, sostenere e investire negli operatori sanitari e assistenziali per affrontare la grave crisi, il Dichiarazione dell’OMS disse.
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