<p><strong>Maithreyi Seetharaman (Euronews)</strong>: “Benvenuti all’ultima puntata della quarta stagione di Real Economy. Sono Maithreyi Seetharaman e credo che non ci sia modo migliore per concludere il nostro viaggio di un’analisi sull’inizio di una nuova era per l’Unione Economica e Monetaria europea” </p>
<p><strong>Euronews</strong>: L’intergazone economica di 550 milioni di europei inizia nel 1950…e appena qualche decennio dopo, un trattato vincolante ha dato vita all’Unione Economica e Monetaria come la conosciamo oggi. Con l’introduzione e la circolazione della moneta unica quel trattato è diventato realtà concreta. Ma con l’abbandono dell’Unione da parte della Gran Bretagna la stessa integrazione è in discussione. Ma vediamo meglio di cosa stiamo parlando. L’Unione economica e monetaria ha l’obiettivo di mettere insieme gli interessi di Johan, Natalie e Pierre. Nonostante le differenze tra politiche ed economie nazionali, oggi hanno una moneta unica, a condizione che rispettino le regole della Banca Centrale Europea, istituzione chiave per il controllo e il coordinamento delle politiche monetarie, dei tassi di interesse e del livello dell’inflazione dei singoli Paesi. Una rete di salvataggio dell’<span class=”caps”>UEM</span> aiuta i Paesi membri in difficoltà. </p>
<p>Questo sistema aiuta Johan a vendere il suo formaggio in Europa, aumentando le sue quote di mercato. La sua cliente Natalie non deve sostenere nessun costo di cambio per acquistarlo, mentre Judith puo’ dare un lavoro a Pierre che assaggia i formaggi in tutta Europa. </p>
<p>19 dei 27 Paesi dell’Unione fanno parte dell’euro-zona. Solo la Danimarca ha un regime speciale, quindi sono 7 i Paesi che non ne fanno ancora parte. </p>
<p><strong>Guillaume Desjardins (Euronews)</strong>: “L’Unione Economica e Monetaria doveva assicurare la crescita in Europa, ma la crisi finanziaria ha messo in luce i suoi limiti e le ha posto davanti sfide importanti. Vediamo cosa accade a Zagabria, capitale della Croazia, ultimo Paese ad essere entrato nell’Unione e probabilmente il prossimo ad entrare nella zona euro”</p>
<p><strong>Euronews</strong>: Con una popolazione di 4,2 milioni di abitanti, un prodotto interno lordo di 48,7 miliardi di dollari e una economia in forte crescita, la Croazia conserva ancora la sua moneta, la <span class=”caps”>KUNA</span>. Sono molto emozionato di conoscere Boris Vujcic, alla guida della Banca Centrale Croata. E perchè non farlo proprio mentre spende un po’ di <span class=”caps”>KUNAS</span>? </p>
<p><strong>Boris Vujčić</strong>, Governatore della Banca Centrale Croata: “La competitività esiste perchè alcuni riescono a fare le cose meglio di altri, in modo piu’ economico. Certo, il tasso di cambio è sempre una cosa importante nel commercio internazionale, ma in molti scambi non esiste alcun tasso di cambio.</p>
<p><strong>Guillaume Desjardins (Euronews)</strong>: “L’<span class=”caps”>UEM</span> vuole proteggere chi paga le tasse attraverso la separazione di fondi pubblici e debiti bancari. Sarà difficile per la Croazia adeguarsi? “</p>
<p><strong>Boris Vujčić</strong>: “Credo di no. E’ sempre fonte di consensi proteggere chi paga le tasse, ma dobbiamo stare attenti a come mettere in pratica questo sistema di salvataggio delle banche da parte degli Stati…è ancora parte di un progetto incompleto direi. La seconda cosa importante per l’eurozona e per l’unione bancaria è avere una vera supervisione e regole vere. </p>
<p><strong>Euronews</strong>: Anche senza entrare nell’eurozona, la Croazia ha avuto il maggior calo della disoccupazione in Europa, questo solleva una domanda in Paesi come la Polonia: si puo’ creare lavoro anche senza far parte della moneta unica? </p>
<p><strong>Guillaume Desjardins (Euronews)</strong>: “Quindi adesso avete la vostra moneta, ma volete introdurre l’euro. Com‘è che questo genererà nuovi posti di lavoro? </p>
<p><strong>Boris Vujčić</strong>: “Abbassando i tassi d’interesse si favoriscono gli investimenti. Ogni investitore estero guarda all’economia di un Paese e uno dei rischi maggiori è che questi investano e che la moneta perda valore. In questo caso, tutti gli investitori dell’area euro avrebbero questa sicurezza. Inoltre usare una stessa moneta per gli scambi annulla ogni rischio di tipo monetario…tutte queste cose favoriscono gli investimenti e il commercio e quindi aiuteranno a creare posti di lavoro”</p>
<blockquote class=”twitter-tweet” data-lang=”it”><p lang=”en” dir=”ltr”>In case of 2-speed union, <a href=”https://twitter.com/hashtag/Croatia?src=hash”>#Croatia</a> would fit in deeper one, says Boris Vujčić, <span class=”caps”>CNB</span>, now the q° is how deep does “deeper” mean? <a href=”https://twitter.com/hashtag/RealEconomy?src=hash”>#RealEconomy</a> <a href=”https://t.co/IWwcgAvaF8″>pic.twitter.com/IWwcgAvaF8</a></p>— Guillaume Desjardins (@GuilDesjardins) <a href=”https://twitter.com/GuilDesjardins/status/847409185436205057″>30 marzo 2017</a></blockquote> <script async src=”http://platform.twitter.com/widgets.js” charset=”utf-8″></script>
<p><strong>Euronews</strong>: Possiamo dire che le sfide sono tante e che l’Europa si trova davanti a un bivio. Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici e monetari, ci spiegherà quali sono le opzioni in campo. Come fare a riavvicinare i cittadini all’Europa e rafforzare allo stesso tempo l’unione economica e monetaria?” </p>
<p><strong>Pierre Moscovici</strong>: “Non è facile, ma per prima cosa direi ai cittadini di pensare a quello che hanno: una banca centrale, l’Eurogruppo, programmi comuni per i Paesi in difficoltà. Il problema è che oggi c‘è molta disciplina, ma anche molte differenze. Se nel nord Europa il meccanismo funziona, ma al sud no, nel nord potrebbero dire “perchè dobbiamo pagare per i Paesi piu’ pigri”? Le economie del sud si indeboliscono rispetto a quelle del nord, ed è per questo che dobbiamo costruire delle convergenze. Quindi alcuni Paesi devono fare degli sforzi, altri Paesi che hanno gli strumenti fiscali e monetari possono investire di piu’…e quindi essere in 19 o forse di piu’ all’interno dell’eurozona, perchè quando la Gran Bretagna avrà lasciato l’Unione, solo la Danimarca rimarrà fuori. Tutti gli altri, se vorranno, potranno entrare, rispettando le regole”.</p>
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<p><strong>Euronews</strong>: “Sembra l’ Europa a piu’ velocità. Quali saranno le conseguenze concrete per i cittadini?”</p>
<p><strong>Pierre MOscovici</strong>: “Qualche volta quelli che vogliono andare piu veloci devono poterlo fare. E’ quello che abbiamo fatto con l’Euro e con Schengen. Non penso a un’ Europa a 2 velocità, ma piuttosto a una “Coalizione di volenterosi”. </p>
<p><strong>Euronews</strong>: “Ma quali saranno le conseguenze pratiche di una Europa a piu’ velocita’ in termini monetari? Ci sarà un Euro1 e un Euro 2?”</p>
<p><strong>Pierre Moscovici</strong>: “Quando abbiamo creato l’Unione bancaria ci siamo assicurati che gli interessi di chi restavano fuori dall’eurozona fossero protetti. Per questo un’Europa a piu’ velocità non significa un Euro a piu’ velocità. Ad esempio: la tassa sulle transazioni finanziarie: possiamo farla a 28, ma spero che saremo capaci di farla almeno in 10..dobbiamo mostrare attraverso esempi che stare dentro è meglio che stare fuori dal club. </p>
<p><strong>Euronews</strong>: “Poi ci sono anche elementi fondamentali come la condivisione dei rischi…ci sono molti contenziosi “.</p>
<p><strong>Pierre MOscovici</strong>: “La Brexit è la sfida interna piu’ grande e dobbiamo affrontarla in un modo amichevole perche dobbiamo preservare i nostri rapporti con la Gran Bretagna anche domani. Ci sono sfide esterne: Donald Trump è una sfida se pensiamo a come gestisce il tema del multilateralismo o del protezionismo. Putin rappresenta un’altra sfida, poi c‘è il terrorismo, il dossier rifugiati. Io penso che lo status quo non sia un’opzione. Se restiamo dove siamo le forze che vogliono disfarsi dell’Unione diventeranno molto forti. </p>
<p><strong>Euronews</strong>: “Quanto è grande il rischio che non si arrivi a niente? </p>
<p><strong>Pierre Moscovici</strong>: “Il rischio è alto, ci sono persone, e penso a Marie Le Pen, che vogliono che la Francia esca dall’Europa e dall’Euro; ma un Euro senza la Francia non ha senso. Per questo dico a chi è in favore dell’Europa di non vergognarsi, ma di essere orgogliosi di essere europei. Orgogliosi non solo di quello che abbiamo fatto fino ad ora ma di quello che possiamo ancora fare”. </p>
<p><strong>Euronews</strong>: “Mr. Moscovici grazie per il suo tempo”. </p>
<p>*Pierre Moscovici: “Grazie a voi”.</p>
<p><strong>Euronews</strong>: “…e grazie anche a tutti voi per avercene concesso tanto nei mesi passati”</p>
Image:Getty Images