Il Libano ha vietato la proiezione nei cinema del film live-action della Disney Biancaneve perché l’attrice israeliana Gal Gadot è sulla lista di boicottaggio del Paese.
Non è la prima volta che il Libano vieta Gadot e i film in cui l’attrice 39enne ha recitato. Sia Morte sul Nilo che i film di Wonder Woman non sono stati proiettati nel Paese a causa dei legami dell’attrice con Israele.
Gadot, che interpreta la Regina cattiva in Biancaneve, è stata una modella prima di diventare attrice e ha prestato servizio nelle Forze di difesa israeliane, per cui ha espresso a più riprese il proprio sostegno anche dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e la guerra a Gaza che ne è seguita.
Nel 2024, per esempio, durante un discorso al meeting della Anti-Defamation League del l’attrice ha detto che non avrebbe mai immaginato vedere nelle strade degli Stati Uniti e del mondo “persone non condannare Hamas, ma celebrare, giustificare e applaudire un massacro di ebrei”.
Il divieto è stato imposto dall’organo di controllo dei film e dei media del Paese, più volte bombardato dagli israeliani nei mesi scorsi per colpire Hezbollah. Secondo il quotidiano locale An-Nahar, il divieto è stato raccomandato dal ministro degli Interni libanese, Ahmad Hajjar.
I precedenti di Biancaneve e dei boicottaggi in Libano
Biancaneve segue la sorte già toccata in Libano al film della Marvel Captain America: Brave New World, interpretato dall’attrice israeliana Shira Haas.
Il nuovo film della Disney è stato travagliato dalle polemiche sin dal principio, prima per gli attacchi razzisti alla protagonista del film, Rachel Zegler, per metà di origini colombiane.
Poi per le critiche alla rappresentazione scelta dei Sette nani e i commenti pro-Palestina della stessa Zegler che si è scontrata a distanza con Gadot.
A causa di queste controversie, la Disney ha ridimensionato la prima di Los Angeles del 15 marzo e da allora Biancaneve è andata male sia nelle recensioni che al botteghino.
Euronews in inglese aveva sollevato tutti i suoi dubbi sul film.
“Nonostante l’impegno di Rachel Zegler, che riesce quasi a far dimenticare che Gal Gadot non è in grado di recitare o di leggere in modo convincente una battuta, non si può fare a meno di notare la mostruosità dei sette nani. Certo, il film si è trovato tra l’incudine e il martello quando si è trattato di scegliere il cast, ma la soluzione finale di avere degli inquietanti avatar digitali”, si legge nella recensione, “è stata giudicata male”
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