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ToggleLa sfida europea alle pressioni americane sulle leggi digitali: parola a Margarethe Vestager
L’Unione Europea è chiamata a difendere con fermezza le proprie normative digitali di fronte alle crescenti pressioni degli Stati Uniti. A ribadire questa posizione è stata Margarethe Vestager, ex commissaria europea per la concorrenza, durante un importante evento a Bruxelles. Le sue parole illuminano un tema cruciale: come mantenere integrità, sicurezza e trasparenza nei mercati digitali globali senza cedere a interessi esterni.
L’impegno dell’UE per la tutela dei mercati digitali
Vestager, che ha guidato per un decennio il dossier della concorrenza nell’Unione fino al 2024, ha sottolineato l’importanza di rispettare la promessa fatta ai cittadini europei. “Dobbiamo garantire che i nostri mercati rimangano protetti da pratiche scorrette, indipendentemente dall’origine delle aziende coinvolte”, ha affermato. Secondo l’ex commissaria, la questione non riguarda la nazionalità delle imprese, bensì l’abuso di potere di mercato, un fenomeno che richiede normative rigorose e incisive ovunque.
In un discorso tenuto nell’ambito di un incontro promosso dal think tank statunitense Open Markets Institute e dall’organizzazione per i diritti umani Article 19, Vestager ha evidenziato come anche molte persone negli Usa siano critiche nei confronti delle grandi aziende tecnologiche. Preoccupazioni legate all’utilizzo dei social media da parte dei minori e all’impatto sulle dinamiche democratiche trasversalmente condivise, rafforzano l’idea che servano regole chiare e giuste.
Le tensioni transatlantiche sulle normative digitali
Da quando l’amministrazione americana guidata da Donald Trump è entrata in carica nel 2025, l’Unione Europea si è trovata a fronteggiare una campagna di pressione volta a indebolire le sue normative innovative su intelligenza artificiale, piattaforme online e protezione dei dati personali. Washington ha accusato Bruxelles di imporre misure troppo restrittive, ritenute dannose per lo sviluppo tecnologico e per la libertà di espressione.
Particolarmente sotto i riflettori è il Digital Services Act (DSA), entrato in vigore alla fine del 2023. Questo regolamento mira a contrastare la diffusione di contenuti illeciti e prodotti illegali su internet. Nonostante le critiche americane, un portavoce della Commissione Europea ha chiarito che “i regolamenti e gli standard europei non verranno mai messi in discussione”. Parallelamente, sono in corso indagini su diverse società, comprese multinazionali statunitensi, per accertare possibili violazioni del DSA, del Digital Markets Act e delle norme sulla concorrenza digitale.
Le reazioni delle big tech e il dibattito sulla pubblicità politica
Anche le grandi realtà tecnologiche manifestano disappunto rispetto alle nuove regole europee, specialmente in materia di trasparenza nella pubblicità politica. Le recenti disposizioni richiedono agli annunci elettorali di riportare chiaramente informazioni su sponsor, finanziamenti e collegamenti elettorali.
Social media come Facebook hanno dichiarato di adottare strumenti simili dal 2018, ma hanno criticato i nuovi obblighi, definendoli “eccessivamente complessi e fonte di incertezza giuridica” per inserzionisti e piattaforme attive nel mercato UE. Google ha condiviso un’analoga posizione, lamentando insicurezze normative e rischi per le attività politiche online.
Dalla Commissione Europea, in risposta alle pressioni e alle minacce di dazi da parte degli Stati Uniti, è arrivata la conferma che l’esecutivo manterrà una linea dura contro qualsiasi tentativo di interferenza. L’esempio della commissaria Henna Virkkunen, destinataria di tali attacchi, è emblematico di questa strategia: “Ha sempre contestato affermazioni infondate e continuerà a farlo”, ha dichiarato un portavoce.
Per chi vuole approfondire le dinamiche della regolamentazione digitale in Europa, consigliamo la lettura del nostro approfondimento sulle normative Ue sul digitale.
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