Tassa di soggiorno in Inghilterra: guida per i viaggiatori 2024

Tassa di soggiorno in Inghilterra: guida per i viaggiatori 2024

Inghilterra verso l’introduzione della tassa turistica: cosa cambia per i viaggiatori e le città

Il governo inglese si prepara a rivoluzionare il panorama del turismo con una novità che interesserà chi sceglie di soggiornare nel paese. Presto, infatti, i visitatori potrebbero trovare una nuova voce sulla bolletta: una tassa di soggiorno imposta dai sindaci locali su hotel, bed & breakfast, case vacanza e altre strutture ricettive. Un passo che allinea l’Inghilterra a Scozia e Galles, territori che già hanno adottato misure simili per sostenere lo sviluppo urbano e turistico.

Perché l’introduzione della tassa di soggiorno in Inghilterra?

La proposta, definita dal governo “modesta”, mira a permettere ai sindaci di ogni città inglese di implementare un prelievo sui pernottamenti per reinvestire le risorse raccolte in progetti locali. L’obiettivo è chiaro: migliorare i trasporti, potenziare le infrastrutture, valorizzare gli spazi pubblici e arricchire l’offerta culturale, rendendo così la destinazione più accogliente e funzionale sia per turisti che residenti.

Con oltre 130 milioni di visitatori che trascorrono almeno una notte in Inghilterra ogni anno, anche un piccolo sovrapprezzo potrebbe tradursi in ingenti fondi da destinare a servizi pubblici e ambiziosi piani di rigenerazione urbana, senza gravare ulteriormente sul bilancio statale.

La Scozia ha già annunciato che, a partire da luglio 2026, Edimburgo applicherà una tassa pari al 5% del costo di una camera per notte. Nel Galles, invece, la tariffa sarà di 1,30 sterline a persona per notte dal 2027. Diverse città inglesi, tra cui Londra, Liverpool e Manchester, hanno accolto favorevolmente l’idea. Sadiq Khan, sindaco della capitale, ha sottolineato come la misura possa rappresentare “una grande opportunità per sostenere le imprese e migliorare l’esperienza dei visitatori”.

Steve Rotheram, primo cittadino di Liverpool, ha citato esempi europei come Barcellona e Parigi, dove le tasse turistiche versate ogni anno finanziano grandi eventi e interventi infrastrutturali. Andy Burnham di Manchester concorda, evidenziando il ruolo fondamentale di questa nuova fiscalità per “supportare la crescita sostenibile del settore nei prossimi dieci anni”.

Contrasti con il settore dell’ospitalità: timori e critiche

Nonostante il plauso di numerosi rappresentanti politici, la proposta ha incontrato l’opposizione del comparto turistico e alberghiero. Kate Nicholls, presidente di UKHospitality, ha definito la misura una potenziale “tassa dannosa per le vacanze”, avvertendo che potrebbe far lievitare i costi per i consumatori fino a 518 milioni di sterline annuali.

Considerando che la tassa di Edimburgo si attesterà intorno al 5% del costo di alloggio, la Nicholls ha paragonato l’impatto economico a un aumento dell’IVA al 27%, con effetti particolarmente pesanti per chi decide di trascorrere una vacanza nel Regno Unito.

Per definire i dettagli della futura fiscalità turistica è stata aperta una consultazione pubblica di 12 settimane, fino al 18 febbraio, che valuterà criteri quali l’entità della tassa, eventuali limiti e le esenzioni necessarie. Tra queste ultime, sono già garantite quelle per alloggi di emergenza, rifugi per senzatetto e spazi destinati a comunità rom, zingare e nomadi.

La posizione del Regno Unito nel contesto europeo delle tasse turistiche

A livello continentale, il Regno Unito non sarà il pioniere nell’introdurre la tassa di soggiorno. Numerosi paesi dell’Unione Europea – dall’Austria alla Slovenia, passando per Belgio e Grecia – applicano già tributi simili, che vanno da pochi euro a notte fino a percentuali sul costo complessivo dell’alloggio.

Città come Venezia hanno adottato tariffe dedicate anche ai visitatori giornalieri, raddoppiate a 10 euro nel 2024 proprio per controllare il turismo di massa. In Spagna, la regione della Catalogna applica la tassa dal 2012, e Barcellona ha recentemente incrementato l’onere fino a un massimo di 8 euro a notte entro il 2029, destinati a finanziarie l’incremento dei servizi turistici e la tutela ambientale.

In tutta Europa, i proventi raccolti vengono investiti in programmi specifici: dalla manutenzione del patrimonio e protezione ambientale, all’organizzazione di eventi culturali e il miglioramento dell’attrattività turistica. Anche il governo britannico punta a una destinazione strategica simile per i fondi raccolti, assicurando che una tassa ragionevole avrà un impatto “minimo” sull’afflusso dei visitatori.

Conclusioni

L’introduzione della tassa turistica in Inghilterra rappresenta una svolta significativa nel modo in cui i fattori pubblici intendono gestire il turismo, vista la necessità di sostenere infrastrutture e servizi in un settore in forte espansione. Pur sollevando preoccupazioni nel mondo dell’ospitalità, soprattutto riguardo a potenziali aumenti dei costi per i turisti, la misura si inserisce in un contesto europeo dove questo tipo di fiscalità è già ampiamente utilizzata con successo.

La fase di consultazione pubblica permetterà di calibrare la normativa, individuando un equilibrio tra rilancio economico locale e tutela del consumatore. Per chi pianifica viaggi in Inghilterra, dunque, nei prossimi anni sarà importante monitorare l’evoluzione di questa innovativa tassa, che potrebbe ridefinire l’esperienza del soggiorno nel Regno Unito.