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ToggleL’impennata dei prezzi degli skipass in Italia: una barriera per gli amanti dello sci
Le località sciistiche più rinomate d’Europa, e in particolare quelle italiane, stanno attraversando una fase critica a causa del forte incremento dei costi degli abbonamenti per gli impianti. Questo fenomeno rischia di trasformare lo sci, un tempo accessibile a tutti, in un lusso riservato a pochi, con ripercussioni sia per i turisti sia per l’economia dei territori montani.
Aumento shock dei prezzi degli skipass in Italia: Dolomiti e Appennini sotto pressione
Secondo un recente rapporto di Assoutenti, il prezzo degli abbonamenti per le piste da sci italiane è destinato a un incremento medio del 40% rispetto al 2021, una variazione giudicata “del tutto ingiustificata” da osservatori indipendenti. Dalla regina delle Dolomiti, Dolomiti Superski, alla celebre Roccaraso sull’Appennino abruzzese, i costi per accedere agli impianti raggiungono cifre inusitate.
Per questa stagione invernale, lo skipass giornaliero per il comprensorio Dolomiti Superski viene proposto a 86 euro, mentre a Roccaraso il biglietto quotidiano sale a 60 euro, con abbonamenti stagionali che oscillano tra 755 euro per adulto fino a Roccaraso e addirittura 1.800 euro in Valle d’Aosta. A questi si aggiungono incrementi significativi per il noleggio dell’attrezzatura, i soggiorni in hotel e i pasti nei ristoranti locali, aggravando ulteriormente il bilancio della vacanza sulla neve.
Gli operatori delle stazioni sciistiche imputano questa crescita principalmente all’aumento delle bollette energetiche e ai maggiori costi di manutenzione. Tuttavia, Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, sottolinea come le condizioni economiche attuali non giustifichino tale aumento: “L’inflazione è sotto controllo e le tariffe energetiche sono tornate alla normalità”. Per questo motivo gli aumenti sono considerati “inaccettabili” e rischiano di escludere dalle piste chi ha minori disponibilità economiche, accentuando così il divario sociale.
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Gli sciatori pagano quasi il doppio rispetto a 18 anni fa: un trend europeo preoccupante
Non solo Italia, ma l’intero panorama europeo vede un’inflazione dei costi dello sci che va oltre i normali ritmi dell’inflazione generale. Radical Storage, una società specializzata in servizi di deposito per attrezzature sportive, ha rivelato che nel 2023 il prezzo medio di un abbonamento giornaliero europeo ammonta a 66,46 euro, con un incremento del 24,7% rispetto al 2019, anno precedente alla pandemia di Covid-19.
Dal 2005 l’aumento supera il 90% in media tra i 100 resort principali, un dato che tradotto sul campo significa pagare quasi il doppio per una stessa giornata sugli sci rispetto a quasi due decenni fa. Paesi come Bulgaria, Austria e Italia hanno fatto registrare crescite particolarmente significative, spesso legate agli alti costi energetici e alle dinamiche di ripresa economica post pandemia.
Prestigiose località svizzere come Zermatt spiccano per i prezzi elevati, con skipass giornalieri intorno a 108 euro, mentre resort più economici come Kopaonik in Serbia restano un rifugio per chi cerca tariffe accessibili, attorno ai 37 euro al giorno. In Francia, l’Espace Diamant si segnala come uno dei comprensori più convenienti delle Alpi, con 47,50 euro per un abbonamento giornaliero, frequentato anche dagli amanti della natura della vicina Annecy.
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Verso un futuro dello sci esclusivo? Impatti e prospettive per il turismo invernale
Lo scenario attuale mostra un futuro incerto per le località sciistiche, divise tra la spinta ad aggiornare e mantenere infrastrutture moderne e la necessità di contenere i prezzi per non perdere la clientela più ampia e diversificata. L’aumento generalizzato dei costi, oltre a penalizzare i turisti con budget limitati, rischia di innescare un circolo vizioso con meno presenze e margini più ridotti per gli operatori locali.
In Italia, questa tendenza appare particolarmente evidente nelle Dolomiti e negli Appennini, dove la tradizione di turismo invernale incontra oggi le sfide di un mercato sempre più selettivo. La domanda che ci si pone è se le località alpine riusciranno a conciliare sostenibilità economica con accessibilità, mantenendo il fascino unico della montagna invernale anche per le generazioni future.
Il turismo culturale e naturale rappresenta una via alternativa per valorizzare queste zone durante tutto l’anno.
Sintesi finale
L’impennata dei prezzi degli skipass in Italia e in gran parte d’Europa rappresenta un segnale forte di cambiamento nel settore del turismo sciistico. Azioni coordinate tra operatori, istituzioni e consumatori sono fondamentali per contenere i costi e preservare lo sci come attività accessibile a tutti. Nel frattempo, gli appassionati devono adattarsi a una nuova realtà economica, valutando con attenzione destinazioni e offerte, magari esplorando soluzioni più economiche o alternative alle grandi località. Solo così le montagne continueranno a risplendere come meta ideale per gli amanti della neve e della natura.
Immagine: Piste da sci nelle Dolomiti
 
				 
															 
         
         
         
         
         
         
         
        