La politica di coesione utilizza un terzo del bilancio dell’Unione europea per incoraggiare la creazione di posti di lavoro.
Questa settimana esploriamo come investire sulle persone nelle regioni più povere d’Europa, così da contribuire a ridurre le disuguaglianze su tutti i fronti.
Proviamo a capire cosa indica la politica di coesione.
COESIONE: SETTORI DI INTERVENTO
Quando qualcosa va male all’Università, la politica di coesione è come un tutor per lezioni supplementari, che è lì per aiutarti a migliorare.
Quindi, come fa il tutor a portarti al livello degli altri nella tua classe, o in questo caso nel tuo Paese e in Europa?
Offrendo opportunità di lavoro e crescita economica, investendo nelle persone, aiutando le imprese a crescere, investendo soldi nella ricerca, migliorando l’ambiente e le infrastrutture.
Ciò significa investire molte risorse nel lavoro, e ciò avviene attraverso 3 fondi: uno mira a investire in settori in crescita, l’altro sulle persone, il terzo punta invece allo sviluppo dei più vulnerabili.
Armato di queste risorse, il tutor può provare ad aiutare ogni studente.
Sembra tutto molto complesso, così abbiamo deciso di mandare Guillaume e Fanny in una zona d’Europa molto fredda per scoprire come funziona davvero sul campo, sia ad est che ad ovest”.
IN REPUBBLICA CECA
In effetti, fa molto freddo a Praga, ma noi riscaldiamo l’ambiente con dei laser.
Sin dal suo inizio nel 2014, HiLASE impiega 90 tecnici altamente qualificati, provenienti da tutta Europa.
Antonio Lucianetti, Responsabile Programma di ricerca HiLASE:
“Quanto mostrato qui è una combinazione di tecnologie dal Regno Unito e dalla Germania, stiamo anche utilizzando le tecnologie nella cosiddetta area ottica adattabile, ed è una collaborazione francese e italiana”.
Tomas Mocek, Responsabile Centro HiLASE:
“In futuro, crediamo che le nostre tecnologie possano essere valide anche per la produzione di automobili e l’industria pesante”.
HiLASE è uno dei tanti progetti finanziati dalla politica di coesione, tra cui energie pulite e rinnovabili oppure trasporti.
Un settore davvero cruciale, in questi Paesi nel cuore dell’Europa.
Tomas Čocek, vice Ministro dei Trasporti Repubblica Ceca:
“È abbastanza importante completare tutte le strade che attraversano la Repubblica Ceca, perché aiuterà non solo le aziende ceche ma anche quelle provenienti da Germania, Austria, Polonia e Europa meridionale”.
Negli ultimi due anni, questi fondi hanno rappresentato quasi il 40% di tutti gli investimenti pubblici nel Paese, generando circa 27.000 posti di lavoro.
Ora andiamo a Bruxelles, per scoprire come questi fondi aiutino anche altri Paesi.
Corina CREŢU, Commissario europeo politica regionale:
“Non mi piace questa divisione netta tra contribuenti e beneficiari, perché anche i Paesi ricchi hanno vantaggi diretti – innovazione, progetti di ricerca, autostrade – ma anche indiretti – ad esempio, per il commercio -.
Nell’Europa orientale, ovviamente, stiamo badando alle cose basilari, come le infrastrutture, e gli appaltatori provengono tutti dall’Europa occidentale”.
Quali saranno le aree prioritarie?
Corina CREŢU, Commissario europeo politica regionale
“L’innovazione è cruciale per noi, la banda larga, qualunque sia il motore di sviluppo per le regioni, ovviamente siamo consapevoli che non tutte le regioni possono somigliare alla Silicon Valley, tuttavia abbiamo quelle che chiamiamo strategie di specializzazione intelligente e incoraggiamo ogni regione a rafforzare le proprie competenze”.
Abbiamo notato molti finanziamenti per il Gruppo di Visegrad, ma ora avete un piano che si concentra sulle regioni in declino industriale: ce ne può parlare?
Corina CREŢU, Commissario europeo politica regionale:
“Il Gruppo di Visegrad ha diritto ad avere un grosso budget, abbiamo alcune regioni che hanno ancora un PIL estremamente critico, nonostante la crescita che stiamo affrontando in Europa, pertanto abbiamo selezionato cinque regioni e progetteremo una strategia per accelerarne la crescita”.
Prendere ai ricchi per dare ai poveri: sembra una versione moderna di Robin Hood, ma a differenza della foresta di Sherwood, i Paesi ricchi ricevono un ritorno dal loro investimento.
IN GERMANIA
Siamo al centro dell’innovazione e della ricerca, nel Parco Scientifico di Postdam, in Germania, che come sapete è una delle economie più forti del mondo, ed è qui che stiamo facendo luce sulla questione.
Dei 460,3 miliardi di euro dei fondi strutturali, la Germania ottiene 27,9 miliardi di euro, che vanno a sostegno di regioni, come ad esempio il Brandeburgo, che devono recuperare produttività e occupazione.
Questo è un posto che ha uno dei più bassi PIL pro capite tra tutti i 16 Stati della Germania.
Vediamo qual è l’impatto reale di questo sostegno finanziario.
Oltre 120 milioni di euro provenienti dalla politica di coesione vengono immessi in questo Parco Scientifico: ciò, insieme a ulteriori investimenti, ha contribuito a creare posti di lavoro per 2400 ricercatori e ha anche attirato 9.000 studenti, insieme a venti imprese innovative e startup.
Agnes von Matuschka, Amministratore Delegato Parco Scientifico Postdam:
“Vogliamo che altri mille dipendenti e cento imprese nel settore delle scienze della vita si stabiliscano qui, nei prossimi dieci anni: darà ai ricercatori la possibilità di costruire le proprie attività, trasferire idee scientifiche alla società”.
Questo è il caso di una startup nel Brandeburgo: come molte piccole e medie imprese, aveva bisogno di un piccolo aiuto per far decollare le idee e vedere assemblati i suoi primi robot per i bambini.
Christian Guder, co-fondatore Kinematics GmbH:
“In Europa è molto difficile trovare finanziatori abbastanza pazzi da investire in un business così impegnativo, per questo siamo stati molto felici di incontrare investitori istituzionali, in questa zona: ora, quattro anni dopo, siamo trenta persone in questa società, stiamo crescendo”.
Secondo l’Unione Europea, la politica di coesione ha un impatto positivo sull’economia dei Paesi che contribuiscono maggiormente al bilancio, grazie al denaro che ricevono e agli scambi commerciali più importanti: ma è qualcosa che funziona a lungo termine?
Alexander Kritikos, Direttore Istituto tedesco per la ricerca economica:
“Dobbiamo pensare a quale tipo di istituzioni hanno bisogno determinate regioni, non solo ai progetti: molte di esse sono sovraregolamentate, non hanno un buon sostegno politico e penso che sarebbe molto importante collegare il sostegno finanziario con la volontà di fare riforme in tal senso.
C’è bisogno di investimenti molto più elevati, investimenti a lungo termine e adeguamenti nelle regolamentazioni”.
Per l’Europa, non si tratta di dare e ricevere, ma in realtà di condividere un ritorno sull’investimento tra tutte le regioni: una bella idea, non facile come programmare questo piccolo robot.
Spero che il team di Real Economy abbia fatto luce su come le regioni di tutta Europa possono cercare di ridurre le disuguaglianze tra le persone, indipendentemente da dove esse siano.
Image:Getty Images