Sapevate che ci sono quasi 4 milioni di studenti tirocinanti in Europa?
Dal 60 al 70% dei giovani trova lavoro subito dopo l’alternanza scuola-lavoro, perché ha le competenze tecniche e di base di cui i datori di lavoro hanno bisogno.
Ma con la disoccupazione giovanile così elevata, in tutta Europa è importante definire i criteri per assicurarsi che questi tirocini siano efficaci.
Criteri per un efficace tirocinio secondo l’UE
Combinando insegnamento e pratica, Antonio si sta preparando a cambiare lavoro.
Affinché il suo tirocinio sia efficace per trovargli un lavoro, deve soddisfare sette criteri per un buon apprendimento ed un altrettanto buon ambiente impiegatizio.
Antonio ha bisogno di un contratto scritto, chiari attestati di apprendimento da parte del suo datore di lavoro.
Lui e i suoi tutor dovrebbero essere supportati e almeno la metà della sua formazione dovrebbe essere pratica.
Dovrebbe essere pagato secondo la legge, avere un’assicurazione e lavorare in un ambiente sicuro.
Il Paese di Antonio ha bisogno di farlo basandosi anche ai sette criteri.
Le normative dovrebbero garantire che tutte le parti in causa siano trasparenti, progettando ed attuando l’alternanza scuola-lavoro.
Le piccole medie imprese dovrebbero ottenere incentivi per creare posizioni lavorative.
Antonio dovrebbe, in ultima analisi, ottenere una qualifica riconosciuta sia a livello nazionale che nell’Unione Europea, ricevere un orientamento professionale e conoscere le opzioni di apprendistato in tutta Europa.
Infine, dovrebbe avere valutazioni affidabili per rendere noto che si sta specializzando per il futuro.
L’esempio danese
La Danimarca è uno degli otto Paesi in Europa che soddisfa i due terzi di questi criteri, gli altri sono in ritardo.
Qui gli insegnanti credono che quest’alternanza scuola-lavoro plasmi davvero i giovani danesi.
Henrik Svensson, insegnante a Copenaghen, dice:
“Arrivano direttamente dalle scuole pubbliche e non hanno così tanta identità: quando escono, sono stati sottoposti a tironicio in queste compagnie e poi tornano a scuola, hanno una nuova identità”.
A tal punto, la domanda nasce spontanea: cosa stanno facendo di diverso?
Lone Folmer Berthelsen, Direttore Formazione Confindustria danese, dice:
“Siamo soliti tenere un dialogo continuo, perché abbiamo una precisa impostazione in tal senso, tra i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro, che di comune accordo organizzano corsi di formazione professionale: abbiamo circa 3.200 unità che in questo momento progettano insieme, un intero sistema dedicato”.
Claus Eskesen, Consulente per la politica educativa, afferma:
“Ci stiamo sforzando molto, motivando i nostri membri a fare più educazione e più formazione durante la loro attività lavorativa, ma anche nel corso dei nostri tirocini.
Abbiamo un’alternanza, il che significa che i nostri apprendisti si stanno spostando tra la scuola e il il lavoro, sicchè vedranno come gli sviluppi evolveranno nel corso della loro educazione formativa”.
Ma come sfruttano le opportunità ricevute i giovani in questo Paese?
Ciao, mi chiamo Kira e ho 25 anni: negli ultimi tre anni e mezzo ho studiato serigrafia, sono stata due mesi qui al TEC di Copenhagen.
Come produttori, stiamo lavorando sulla comunicazione visiva e la segnaletica, progettiamo e seguiamo i lavori in corso dal progetto al prodotto finito.
Quando avrò terminato studi e formazione, il mio piano è diventare un libero professionista.
Sono stata molto fortunata, quindi ho già in programma di aprire la mia compagnia e avere i miei clienti”.
“Sono Olivia, ho 23 anni. sono stata in apprendistato per circa tre mesi, ho deciso di farlo perché amo lavorare con le mie mani, per mettere energia nel mio lavoro.
Fai così tante cose diverse, lavori in tanti posti diversi nel corso degli anni, io amo dipingere, penso che mi consentirà di lavorare lungamente”.
Quindi, quanto voi ragazze pensate di essere preparate per il mercato del lavoro?
“Molte persone mi hanno detto che sto solo facendo adesivi: come puoi impiegarci tre anni e mezzo? Ma è molto più di questo, occorre imparare tutto, grazie a questi anni penso di essere pronta a muovermi da sola”.
“Penso che con un vero lavoro e con questa compagnia in cui mi trovo, sarò preparata, è davvero molto buona”.
La parola agli esperti
Saadia Zahidi, Dirigente World Economic Forum, dice:
“La capacità di apprendimento permanente è la cosa che la maggior parte dei sindacati e delle aziende dovrebbero pensare di impartire ai più giovani, il tutto integrato nel sistema di istruzione primaria e secondaria, nell’alternanza scuola-lavoro e nella formazione tecnico-professionale: deve essere implementato nelle Università”.
Claus Eskesen, Consulente per la politica educativa, afferma:
“Potremmo facilmente avere chiaro una sorta di obiettivo comune, tuttavia quando si tratta di contenuti devono essere gli interlocutori pubblici a inserirsi, dicendo: Questo è ciò che è importante in questo momento, in una prospettiva di dieci o venti anni”.
Lone Folmer Berthelsen, Direttore Formazione Confindustria danese, dice:
“Predisponiamo anche dei programmi che spiegano cosa dovrebbero imparare sul posto di lavoro, quando sono lì, e cosa invece quando sono a scuola: possiamo facilmente farli procedere di pari passo e dire che ora lo sviluppo tecnologico deve cambiare, serve lavorare più digitalmente e quindi si cambia insegnamento, lo facciamo continuamente”.
Saadia Zahidi ha sottolineato un altro dato importante durante la nostra intervista.
Saadia Zahidi, Dirigente World Economic Forum, dice:
“Al World Economic Forum abbiamo esaminato il lavoro futuro e le competenze digitali e tecniche: queste ultime saranno assai importanti, tra le prime dieci abilità da far crescere, come il pensiero critico, la collaborazione creativa, l’ascolto attivo: ora queste sono tutte cose sfruttabili in più lavori”.
Pensi che i tirocini ti abbiano preparata per il tipo di abilità cui fa riferimento Saadiya, nei prossimi due anni?
“Sì, penso che l’alternanza scuola-lavoro mi abbia insegnato le capacità di rendere felici le persone, con il lavoro che faccio”.
“Ho imparato ad essere indipendente ed a seguire il progetto dall’inizio alla fine”.
Ci sono critiche inerenti il fatto che molti studenti vengano spinti verso l’istruzione universitaria, uscendone impreparati: come pensa che la formazione professionale possa avere la meglio?
Claus Eskesen, Consulente per la politica educativa, afferma:
“Penso che l’alternanza scuola-lavoro aiuti molto, quasi tutti ottengono un lavoro subito dopo aver terminato gli studi, quindi sono pronti per il mercato del lavoro anche perché ne facevano già parte durante la loro istruzione”.
La fiducia sembra scemare quando si tratta di mettere in relazione tutte le parti interessate…
Claus Eskesen, Consulente per la politica educativa, afferma:
“Una cosa assai importante è la fiducia tra tutte le componenti, specialmente per quanto riguarda il futuro, la digitalizzazione e così via”.
Lone Folmer Berthelsen, Direttore Formazione Confindustria danese, dice:
“Per le aziende è importante stipulare un contratto di tre-quattro anni, si entra a far parte dell’azienda stessa, non si è solo un apprendista, ma un collega”.
Claus Eskesen, Consulente per la politica educativa, afferma:
“Dobbiamo essere molto concentrati sulle loro competenze e duttilità, affinchè non si trovino ad essere disoccupati tra cinque o dieci anni”.
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