La Spagna ha annunciato giovedì l’apertura di un’indagine su ChatGPT, un chatbot guidato dall’intelligenza artificiale (AI), lo stesso giorno in cui l’Unione Europea ha lanciato un gruppo di lavoro per promuovere la cooperazione europea sull’argomento.
L’Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) ha affermato in un comunicato di aver “aperto di propria iniziativa” un'”indagine sulla società americana OpenAI”, l’ideatrice del chatbot conversazionale, “per una possibile violazione delle norme” che disciplinano i dati protezione.
La decisione della Spagna di indagare su ChatGPT segue le mosse dell’Italia alla fine di marzo per bloccare il chatbot per preoccupazioni sull’uso dei dati.
ChatGPT è apparso per la prima volta a novembre ed è stato rapidamente conquistato dagli utenti colpiti dalla sua capacità di rispondere chiaramente a domande difficili, scrivere sonetti o codice per computer.
Finanziato dal colosso informatico Microsoft, che lo ha aggiunto a molti dei suoi servizi, a volte viene presentato come un potenziale concorrente del motore di ricerca Google.
Azione contro ChatGPT
ChatGPT è già inaccessibile in un certo numero di paesi, tra cui Cina, Iran, Corea del Nord e Russia.
Giovedì, anche l’autorità francese per la protezione dei dati personali, o CNIL, ha deciso di aprire “una procedura di controllo”.
Da parte sua, il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), che ha il compito di coordinare le autorità equivalenti al CNIL nei vari Stati membri dell’UE, ha annunciato la creazione del suo “gruppo di lavoro”, in particolare per promuovere uno scambio di informazioni su possibili azioni che potrebbero essere intraprese contro ChatGPT.
Nel suo comunicato stampa, l’EAPD si è detto favorevole a “tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale” ma che il loro sviluppo deve essere sempre “compatibile con i diritti e le libertà delle persone”.
A seguito della decisione italiana, OpenAI ha dichiarato ad AFP di essere “preoccupata per la protezione dei dati” e di rispettare le normative in vigore nell’UE.
Mercoledì il Garante italiano per la protezione dei dati ha indicato che c’era una via di ritorno per ChatGPI, delineando una serie di requisiti che OpenAI dovrà soddisfare entro il 30 aprile per revocare il divieto sui chatbot AI.
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