C’è vita su Marte? Finora, questa domanda, che ha affascinato incessantemente tutti noi sulla Terra, aveva una risposta definitiva: non che sappiamo.
La superficie del Pianeta Rosso è secca e immensamente fredda con una media di 63 gradi Celsius. In quanto tale, non è ospitale per la vita e la sua sottile atmosfera non può bloccare le radiazioni cosmiche che sarebbero devastanti per qualsiasi essere vivente conosciuto.
Gli scienziati fino ad oggi non hanno mai trovato prove concrete dell’esistenza della vita Marte‘ superficie. Ma la ricerca degli ultimi dieci anni ha rivelato che circa quattro miliardi di anni fa, Marte era più simile al nostro pianeta di quanto suggerirebbero le sue condizioni attuali, facendo sperare che un giorno Marte possa offrire agli scienziati la possibilità di studiare come inizia e come finisce la vita.
Queste speranze si sono rafforzate proprio ora, poiché una nuova ricerca pubblicata su Astrobiology ha scoperto che antichi batteri potrebbero sopravvivere 280 milioni di anni se sepolti sotto la superficie di Marte, molto più a lungo di quanto si pensasse in precedenza.
I ricercatori della Northwestern University hanno simulato le condizioni delle radiazioni ionizzanti di Marte per vedere per quanto tempo potrebbero sopravvivere batteri e funghi essiccati e congelati.
Hanno scoperto che il cosiddetto “Conan the Bacterium” (Deinococcus radiodurans), precedentemente ritenuto in grado di sopravvivere solo per più di un milione di anni su Marte, potrebbe sopportare le condizioni della dura superficie del pianeta per molto più tempo.
I risultati dello studio significano che i campioni estratti da Marte e portati sulla Terra per scopi di ricerca potrebbero ora essere esaminati per questi batteri dormienti.
Le implicazioni della nuova ricerca sono profonde; se gli scienziati dovessero trovare questi batteri antichi e sostanziosi, sarebbero in grado di studiare i loro resti biologici per scoprire come si è evoluta la vita sul pianeta quando probabilmente l’acqua scorreva ancora attraverso di esso.
Ma c’è anche un aspetto negativo nella scoperta.
Evitare contaminazioni future
Se i batteri possono sopravvivere alle dure condizioni di Marte quando sono sepolti sotto la sua superficie, i futuri astronauti e turisti spaziali potrebbero contaminare accidentalmente il pianeta durante le loro visite e, viceversa, i batteri marziani potrebbero contaminare il nostro pianeta.
“I nostri organismi modello fungono da proxy sia per la contaminazione diretta di Marte, sia per la contaminazione all’indietro della Terra, che dovrebbero essere entrambe evitate”, ha affermato Michael Daly, professore di patologia presso l’Uniformed Services University of the Health Sciences (USU) e uno degli autori dello studio.
Secondo i ricercatori, qualsiasi contaminazione di Marte sarebbe essenzialmente permanente.
“Questo potrebbe complicare gli sforzi scientifici per cercare la vita marziana”, ha detto Daly. “Allo stesso modo, se i microbi si evolvessero su Marte, potrebbero essere in grado di sopravvivere fino ai giorni nostri. Ciò significa che la restituzione di campioni di Marte potrebbe contaminare la Terra”.
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