Un’organizzazione australiana afferma che la piattaforma di social media X non dispone più di una funzione di segnalazione della disinformazione elettorale nel paese poche settimane prima di un importante referendum.
Secondo un’organizzazione che monitora l’impatto della tecnologia sulla democrazia, una funzionalità che consente agli utenti di segnalare disinformazione su X (precedentemente noto come Twitter) non è più disponibile in Australia.
Reset.Tech Australia ha affermato che non esiste “nessun canale” per segnalare la disinformazione elettorale sulla piattaforma dei social media.
“È estremamente preoccupante che gli australiani perdano la capacità di denunciare una grave disinformazione a settimane di distanza da un importante referendum”, ha affermato Reset.Tech Australia in un lettera all’amministratore delegato di X dell’Australia e della Nuova Zelanda.
Il cambiamento potrebbe violare il codice di disinformazione del Paese, ha affermato l’organizzazione.
Ciò precede il referendum del 14 ottobre in Australia sull’opportunità di modificare la costituzione per dare un organo rappresentativo ai Primi Popoli dell’Australia. Si tratta del primo referendum nel paese dal 1999.
La funzionalità per segnalare la disinformazione è stata lanciata negli Stati Uniti, in Corea del Sud e in Australia nel 2021 e successivamente estesa a Brasile, Filippine e Spagna.
Nell’Unione Europea, quando si segnala un post esiste ancora un’opzione che consente a un utente di dire che è “fuorviante riguardo al voto”. Gli utenti possono anche contrassegnare i post come offensivi, sensibili, spam o che esprimono intenzioni autolesionistiche.
La vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova ha dichiarato martedì che X è la piattaforma “con il maggior rapporto di post di cattiva/disinformazione”.
Negli Stati Uniti, le categorie per segnalare un post includono odio, abuso, discorsi violenti, sicurezza dei minori, privacy, spam, suicidio o autolesionismo, media sensibili o inquietanti, identità ingannevoli ed entità violente o che incitano all’odio.
Musk si è ritirato volontariamente dall’UE codice sulla disinformazione pratiche all’inizio di quest’anno. La lotta alla disinformazione è un obbligo legale dal mese scorso a causa del Digital Services Act del blocco.
Ci sono state preoccupazioni per l’aumento dell’incitamento all’odio e della disinformazione sulla piattaforma da quando il miliardario l’ha acquisita l’anno scorso.
Una ricerca del Center for Countering Digital Hate (CCDH) ha dimostrato che X ha continuato a ospitare post segnalati per incitamento all’odio.
Secondo Reuters, la Commissione elettorale australiana, che supervisiona il voto referendario, ha affermato che potrebbe comunque segnalare i post contenenti disinformazione direttamente alla società, anche dopo che la funzione è stata disattivata.
I documenti ottenuti dal Guardian Australia la scorsa settimana hanno mostrato che la commissione ha faticato a convincere X a rimuovere i post che, a suo dire, incitavano alla violenza o alla disinformazione.
X non ha risposto immediatamente ad una richiesta di commento, ma ha inviato una risposta automatica: “occupato adesso, riprova più tardi”.
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