È iniziato uno studio organizzato dalla NASA sugli oggetti volanti non identificati (UFO), che riunisce esperti di diversi campi scientifici.
Gli UFO, o ciò che il governo degli Stati Uniti chiama “fenomeni aerei non identificati” (UAP), sono stati fonte di intrighi per decenni.
Ora un panel ufficiale convocato dall’agenzia spaziale statunitense si concentrerà su avvistamenti non classificati e altri dati raccolti dal governo civile e dai settori commerciali.
È composto da 16 membri e include l’astronauta della NASA in pensione e pilota collaudatore Scott Kelly.
La portata dell’indagine differisce da un’altra indagine recentemente avviata sugli UFO che sono stati segnalati da piloti militari e analizzati da funzionari della difesa e dell’intelligence statunitensi.
Un rapporto del Pentagono pubblicato lo scorso anno ha rilevato dati insufficienti per determinare la natura di oltre 140 avvistamenti credibili documentati da osservatori militari dal 2004.
Spiegare l’inspiegabile
Gli alti funzionari della difesa e dell’intelligence hanno testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti cinque mesi fa che l’elenco degli avvistamenti UAP catalogati da allora era cresciuto fino a 400, ma molti rimangono oltre ogni spiegazione, sia come tecnologie terrestri avanzate, atmosfera o qualcosa di alieno.
Tra questi ci sono video rilasciati dal Pentagono di enigmatici oggetti nell’aria che mostrano velocità e manovrabilità superiori alla tecnologia aeronautica nota e privi di qualsiasi mezzo visibile di propulsione o superficie di controllo del volo.
Gli sforzi paralleli della NASA e del Pentagono evidenziano un punto di svolta per il governo degli Stati Uniti dopo aver trascorso decenni a deviare, sfatare e screditare le osservazioni degli UFO risalenti agli anni ’40.
Annunciando la formazione del suo panel a giugno, la NASA ha dichiarato: “Non ci sono prove che gli UAP siano di origine extraterrestre”.
L’agenzia ha affermato che il suo pannello impiegherà nove mesi a ideare la propria strategia su come organizzare e studiare gli avvistamenti prima di raccomandare “una tabella di marcia della potenziale analisi dei dati UAP da parte dell’agenzia per il futuro”.
Il suo primo rapporto sarà reso pubblico a metà del 2023.
“Capire i dati che abbiamo sui fenomeni aerei non identificati è fondamentale per aiutarci a trarre conclusioni scientifiche su ciò che sta accadendo nei nostri cieli”, ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della NASA.
“I dati sono il linguaggio degli scienziati e rendono spiegabile l’inspiegabile”.
Il è presieduto il collegio di David Spergel, che in precedenza era a capo del dipartimento di astrofisica della Prince University.
Altri membri includono Anamaria Berea, una ricercatrice affiliata al SETI (Search for Intelligence Life) Institute di Mountainview, California; Paula Bontempi, oceanografa biologica dell’Università di Rhode Island; e l’astrofisico Shelley Wright dell’Università della California a San Diego.
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