Durante Vertice dei consumatori 2023il commissario UE alla Giustizia Didier Reynders ha annunciato la sua intenzione di introdurre misure volte a ridurre il tracciamento dei consumatori, consentire scelte consapevoli e affrontare le politiche di “paga o consenso” perseguite dai giganti della tecnologia, attraverso un impegno volontario, che le aziende avrebbero dovuto firmare alla fine settimana Vertice dei consumatori (18 e 19 aprile) un anno dopo. Ma in realtà l’argomento non venne sollevato.
Il portavoce ha aggiunto che “la Commissione continuerà a riflettere sulle possibili misure che potrebbero essere adottate in questo settore in futuro”.
Impegno
Le tavole rotonde di aprile e dicembre 2023 hanno riunito funzionari dell’UE, parti interessate che sostengono l’uso dei cookie, tra cui Google, Meta e Microsoft, associazioni di categoria e piattaforme di shopping, e coloro che si oppongono a questi metodi di tracciamento, come i difensori della privacy online, per concordare un accordo comune approccio.
Le discussioni, tuttavia, si sono arrestate poiché le parti interessate non sono riuscite a trovare un accordo sull’approccio appropriato per affrontare queste questioni e l’interesse per un impegno volontario è scemato da tutte le parti. Una fonte presente alla tavola rotonda ha detto a Euronews che alcune aziende hanno raffreddato l’idea in parte a causa della loro dipendenza dalla raccolta dei dati per le entrate; altri temevano che alcuni impegni potessero entrare in conflitto con altre normative.
“Il Cookie Pledge sembra essere morto in tutto tranne che nel nome. È un peccato perché i consumatori sono stufi della litania dei banner sui cookie”, ha affermato Fernando Hortal Foronda, responsabile delle politiche digitali presso l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), aggiungendo: ” Il suo fallimento è un segno che la Commissione ora deve legiferare per obbligare le aziende a rispettare la privacy delle persone.”
Una fonte UE ha detto a Euronews che una riprogettazione della regolamentazione dei dati dei consumatori – imponendo condizioni obbligatorie – probabilmente coprirebbe la questione.
La settimana scorsa (17 aprile), il Comitato europeo per la protezione dei dati, un organismo che riunisce i garanti nazionali della privacy dell’UE, ha espresso preoccupazione in un parere sui modelli “consenso o paga”, affermando che le piattaforme dovrebbero consentire agli utenti una scelta consapevole quando acconsentono a dare dati via, cosa che attualmente non è il caso. Ciò fa seguito a un’indagine avviata dalla Commissione sul modello “consent or pay” di Meta il 25 marzo.
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