<p>Maithreyi Seetharaman, euronews: “Siamo a Bruxelles: è qui che comincia la riflessione sul futuro del mondo del lavoro in evoluzione e le nuove competenze necessarie”.</p>
<p>“Questa settimana chiederemo alla commissaria europea all’Occupazione cosa si può fare per essere preparati ai cambiamenti del mercato del lavoro. Ci recheremo in Irlanda e in Francia per vedere come professionisti con esperienza si riqualificano con l’aiuto sia del governo che del settore privato. Nel Regno Unito cercheremo di capire quanto la formazione professionale pesa nel trovare un’occupazione”.</p>
<p>“In Europa si invecchia, come vedete: meno giovani vuol dire una forza lavoro più ridotta in futuro, la quale deve sostenere una vasta popolazione anziana. Per questo i giovani devono lavorare e in modo più produttivo. Facciamo il punto della situazione odierna e fra dieci anni, tenendo conto che domanda e offerta di competenze saranno fortemente influenzate da crescita, età e differenze regionali. Ecco una breve spiegazione”.</p>
<p>Maria, Mark e George fanno parte dei milioni di disoccupati in Europa. Quasi metà dei datori di lavoro lamenta la mancanza di qualifiche adeguate a causa della quale due milioni di posti restano vacanti. </p>
<p>Circa il 40% della forza lavoro europea ha scarse o zero competenze digitali. Chi non si adatta rischia la disoccupazione visto che entro il 2020, il 90% di tutte le forme di occupazione richiederà competenze digitali.</p>
<p>Entro il 2025, la maggior parte degli impieghi richiederà qualifiche elevate. Maria avrà una carriera visto che ha un Master in Biotecnologia.</p>
<p>Mark è un idraulico qualificato: anche il suo livello intermedio di formazione garantirà un buon accesso al mondo del lavoro. George ha lasciato la scuola presto, come altri cinque milioni di europei: il 40% di loro oggi non ha lavoro.</p>
<p>Entro il 2025 rischiano di diventare disoccupati a lungo termine visto che avranno a disposizione soltanto pochi posti di lavoro.</p>
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<p>Maithreyi Seetharaman, euronews: “Durante la crisi, oltre dodici milioni di persone sono rimaste fuori dal mercato del lavoro per più di un anno. Un gruppo formato soprattutto da uomini, alcuni con qualifiche elevate. Progetti e denaro provenienti dal Fondo Sociale Europeo e dal Fondo Regionale Europeo tentano di riportare nella vita attiva questi disoccupati a lungo termine.<br />
Ma come ha evidenziato Fanny Gauret per motivare chi si è perso d’animo non servono soltanto iniziative del governo, ma anche del settore privato”.</p>
<p>Nella contea di Dublino, in Irlanda, incontriamo Ronan, un trentaquattrenne, uscito da un lungo periodo di disoccupazione. Laureato in legge, Ronan ha lavorato per qualche anno. A causa della recessione è rimasto disoccupato per due anni. Poi è diventato imprenditore. </p>
<p>Ronan Cunnigham, proprietario di Footee Ireland: “Non sapevo proprio cosa fare in quel momento, mi trovavo in un limbo. Mi ero fatto un po’ di esperienza in un piccolo studio legale, ma non era abbastanza. Mi sono imbattuto nell’Accademia dell’Innovazione. Ho dato un’occhiata al corso, ho fatto richiesta e fortunatamente sono stato accettato”. </p>
<p>Ronan ha seguito un corso di sei mesi nell’ambito di Springboard (Trampolino), un’iniziativa pubblica nazionale che ha formato circa 30.000 persone dal 2011 con qualifiche richieste dal mondo del lavoro. Il corso ha aiutato Ronan, due anni fa, a fondare la sua società che promuove il footgolf, un nuovo sport in Irlanda.</p>
<p>Ronan Cunnigham, proprietario di Footee Ireland: “Sono riuscito a trovare questo corso sul golf e poi ho cercato di aprire l’attività prima possibile”.</p>
<p>Fanny Gauret, euronews: “Grazie a questa formazione, Ronan è riuscito a convertirsi in imprenditore. Ma governi e imprese devono cooperare per permettere a chi cerca lavoro di rimettersi in gioco”.</p>
<p>Alcune imprese francesi si servono di consulenti per riqualificare personale di alto livello, investendo anche diecimila euro a persona. Nel quartiere d’affari parigino della Défense incontriamo Evelyne, uno di questi esperti che accompagnano i dipendenti nel corso della transizione. </p>
<p>Evelyne Catherineau, Right Management: “Sempre più persone devono seguire una formazione per poter trovare di nuovo un’occupazione, perché il mondo del lavoro cambia, i mestieri cambiano. Quindi è necessario un aggiornamento delle competenze. Ci rendiamo conto che le imprese hanno più bisogno di mobilità interna, perché desiderano motivare i collaboratori a restare nell’impresa invece di vederli andar via”.</p>
<p>Iniziative come questa aiutano chi rischia di perdere il lavoro, o chi lo ha già perso, a lanciarsi in una nuova carriera con un potenziale di crescita.</p>
<p>Secondo le ultime stime, le qualifiche più richieste in Europa riguardano le professioni liberali, seguite dall’industria dei servizi. I Paesi con maggiori opportunità sono Germania, Regno Unito e Francia. Mentre quelli come l’Irlanda devono creare più posti di lavoro.</p>
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<p>In un Paese in cui una persona su 10 è disoccupata, la storia di Ronan ispira fiducia nella riconversione.</p>
<p>Ronan Cunnigham, proprietario di Footee Ireland: “Da quando ho aperto la mia società, sono riuscito ad assumere cinque persone. Inoltre, guadagno bene e spero di poter assumere ancora nei prossimi anni”.</p>
<p>Maithreyi Seetharaman, euronews: “Nostra ospite è la commissaria europea all’Occupazione, agli Affari Sociali e all’Inclusione, Marianne Thyssen. Commissaria, qual è il quadro reale in Europa: mancano le competenze? O il mercato del lavoro è completamente cambiato?”</p>
<p>Thyssen: <br />
“Sono vere entrambe le cose. Ci sono oltre due milioni di posti vacanti e ciò è ampiamente dovuto alla mancanza di qualifiche. Non si può delineare un quadro univoco dell’intera Unione Europea, non si può fare lo stesso discorso per tutti. Se ad esempio si va nella regione di Tolosa, in Francia, specializzata nel settore aerospaziale si ha bisogno di competenze diverse rispetto a una città come Londra dove l’attenzione è rivolta soprattutto al settore finanziario. La cosa importante è che il mondo dell’istruzione e quello dei datori di lavoro vadano di pari passo per delineare le necessità del futuro. Possono imparare molto l’uno dall’altro invece di vivere separatamente”.</p>
<p>euronews:<br />
“Affinché questi mondi comunichino, sono necessarie riforme strutturali in molti Paesi. È realisticamente possibile?”</p>
<p>Thyssen: <br />
“Chiediamo un sistema di protezione sociale moderno: ciò significa che occorre proteggere e sostenere le persone, ma anche metterle in condizione, aiutare chi è disoccupato da molto tempo. Lo facciamo molto concretamente con proposte agli Stati membri, dicendo di valutare innanzitutto individualmente queste persone. Qual è il potenziale e dove sono i problemi? Quali sono le barriere al ritorno nel mercato del lavoro? È una questione di competenze o ci sono altri problemi? Poi proponiamo una specie di contratto, da un lato viene offerto un pacchetto, dall’altro lato deve esserci un impegno a seguire il percorso. La cosa molto importante è che chi è disoccupato da molto tempo venga registrato, prima che perda la motivazione a tornare a scuola e ad accettare di nuovo una formazione e così via”.</p>
<p>Maithreyi Seetharaman, euronews: “Sospendiamo questa conversazione per parlare di iniziative sulla formazione professionale dei giovani. I programmi europei “Garanzia per i giovani” e “Iniziativa per l’occupazione giovanile”, da sei miliardi di euro, fanno fronte al divario di competenze. Questi programmi garantiscono anche carriere a lungo termine? Per capirne di più Monica Pinna ha visitato il ristorante e il programma Fifteen nel Regno Unito”.</p>
<p>Un pizzico di sale, impegno, quanto basta, istruttori preparati, studenti motivati, ed ecco il Fifteen. Nel sud-ovest del Regno Unito, Fifteen Cornwall non è soltanto un ristorante rinomato, ma anche un’impresa sociale che ogni anno offre l’opportunità a un gruppo di disoccupati fra i 16 e i 24 anni di seguire una formazione da chef.</p>
<p>Karl Jones, formatore: “Ho visto oltre cento apprendisti partecipare al nostro programma dal 2006, l’80% continua a lavorare come chef. Perfino chi non ha completato i corsi va avanti, molti di loro in altri ristoranti e hotel”.</p>
<p>Monica Pinna, euronews: “Il tasso di disoccupazione giovanile rappresenta oltre il doppio di quello globale in Europa. L’11% dei giovani tra i 18 e i 24 anni lasciano prematuramente la scuola. Per questo l’Europa si sta muovendo per creare programmi di formazione professionale di alta qualità in grado di rispondere alle richieste del marcato e di fornire ai giovani gli strumenti adatti per intraprendere carriere a lungo termine”.</p>
<p>Ispirato dal famoso chef Jamie Oliver, Fifteen Cornwall è un programma riconosciuto a livello internazionale e che l’Unione Europea vorrebbe vedere riprodotto, visto che oggi non tutte le formazioni garantiscono una tale qualità.</p>
<blockquote class=”twitter-tweet” data-partner=”tweetdeck”><p lang=”en” dir=”ltr”>End of filming <a href=”https://twitter.com/FifteenCornwall”><code>fifteencornwall</a> <a href=”https://twitter.com/euronews”></code>euronews</a> <a href=”https://twitter.com/hashtag/realeconomy?src=hash”>#realeconomy</a> <a href=”http://t.co/7bpXbZzCp4″>pic.twitter.com/7bpXbZzCp4</a></p>— Monica Pinna (@_MonicaPinna) <a href=”https://twitter.com/_MonicaPinna/status/649270921803530240″>September 30, 2015</a></blockquote>
<p>Il progetto è stato inizialmente lanciato grazie a un investimento del Fondo Sociale Europeo e del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. Ha ricevuto due milioni e mezzo di euro dal 2006, oltre a finanziamenti nazionali.</p>
<p>Si tratta di strumenti complementari all’“Iniziativa per l’occupazione giovanile”, a sostegno dei giovani con meno di 25 anni che vivono in regioni dove la disoccupazione superava il 25% nel 2012. Al Fifteen, Jack ha seguito una formazione come sous-chef junior:</p>
<p>Jack Bristow, ex apprendista del Fifteen Cornwall: “L’occupazione professionale è molto più facile per uno come me. Non sono brillante dal punto di vista accademico. Ho frequentato le superiori e stavo per seguire l’università, ma non faceva per me. Per me il Fifteen è stato un grande trampolino che mi ha fatto fare un salto nella carriera di qualche anno”.</p>
<p>Progetti come il Fifteen non hanno soltanto un vasto impatto sociale. L’impresa investe oltre un milione di euro ogni anno nell’economia rifornendosi a livello locale.</p>
<p>Maithreyi Seetharaman, euronews:<br />
“Con noi ancora la Commissaria Thyssen. Commissaria, il discorso su giovani, lavoro e qualifiche è cambiato dalla crisi finanziaria?”</p>
<p>Thyssen: <br />
“Osserviamo ancora le conseguenze della crisi, ciò significa che non ci sono posti di lavoro a sufficienza e molti impieghi sono stati soppressi. Ci rendiamo conto che non ci sono ancora impieghi sufficienti e che le richieste dei datori sono elevate. Dall’altro lato vediamo che molte persone quando non trovano un’occupazione o il lavoro della loro vita accettano livelli più bassi di impiego, e questo è un problema, in particolare per i giovani, perché a causa della crisi non hanno la possibilità di fare esperienze di lavoro. Ecco perché siamo entusiasti di promuovere il sistema delle formazioni. Perché offre ai giovani la prima esperienza di lavoro di cui hanno bisogno”.</p>
<p>euronews:<br />
“La qualità della formazione è importante perché si può finire per passare da un apprendistato all’altro e non trovare mai un lavoro”.</p>
<p>Thyssen:<br />
“Su questo bisogna fare attenzione. Non è la strada giusta quando i giovani sono legati a contratti precari, contratti a breve termine, uno dopo l’altro. Dobbiamo accettare questa situazione lavorativa precaria, ma come una fase nel percorso verso opportunità migliori ed è per questo che diciamo, attenzione, non accettate un mercato del lavoro dove i giovani si trovano in situazione precarie mentre i più anziani godono ancora di situazioni protette. <br />
Quello che stiamo sviluppando – il prossimo anno nella nostra agenda delle competenze – è vedere quali sono le competenze che saranno necessarie: ciò varia da una regione a un’altra, non si può utilizzare un unico criterio. <br />
Secondo, vogliamo applicare un sistema migliore di riconoscimento delle qualifiche”.</p>
Image:Getty Images