La Domus Tiberiana, risalente a quasi 2000 anni fa, ospitò i sovrani della città in epoca imperiale.
Un antico palazzo imperiale romano in cima al Colle Palatino della città è stato riaperto ai turisti giovedì (21 settembre), quasi 50 anni dopo la sua chiusura per restauro.
La Domus Tiberiana, risalente a quasi 2.000 anni fa, ospitò i sovrani durante il periodo imperiale dell’antica città. L’ampio palazzo consente ampie vedute del Foro Romano sottostante.
Il pubblico può ora visitarlo, dopo decenni di lavori di restauro strutturale volti a sostenere il palazzo per motivi di sicurezza.
Gli scavi hanno portato alla luce reperti risalenti a secoli fa Vita romana in seguito al declino dell’impero.
Il palazzo risale originariamente all’epoca di Nerone
Il direttore della Colosseo Il Parco Archeologico, che comprende il Colle Palatino, in una descrizione scritta del palazzo restaurato, lo definì “il palazzo del potere per eccellenza”.
Alla vigilia della riapertura, la funzionaria, Alfonsina Russo, ha citato un poeta romano del I secolo che diceva che il vasto palazzo sembrava “infinito” e che “la sua grandiosità era proprio come la grandiosità del cielo”.
Sebbene la domus, o residenza, prenda il nome da Tiberio, che governò l’impero dopo la morte di Augusto, studi archeologici indicano che le fondamenta del palazzo risalgono all’epoca di Nerone, poco dopo l’incendio del 64 d.C. che devastò gran parte della città.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, la residenza subì secoli di abbandono, fino a quando, nel 1500, la nobile famiglia Farnese sviluppò un’estesa giardino attorno alle rovine.
Grazie alla riapertura del palazzo al pubblico, i visitatori oggi possono farsi un’idea più precisa del percorso che gli antichi imperatori e le loro corti compivano nel percorso verso le domus.
Sono esposti centinaia di manufatti
La parola inglese “palatial” si ispira alla sontuosa residenza imperiale in cima al Palatino, una delle più antiche Quello di Roma sette colli.
La domus, edificata sul versante nord-ovest della collina, è considerata il primo vero palazzo imperiale. Il complesso comprendeva, oltre alla residenza dell’imperatore, giardini, luoghi di culto, alloggi per la guardia pretoriana che proteggeva il sovrano e un quartiere di servizio per i lavoratori che si affacciava sul Foro Romano.
I lavori di scavo e restauro, condotti anche durante la pandemia di coronavirus quando per mesi il turismo era al minimo, hanno aiutato gli archeologi a ricostruire ciò che Russo chiama secoli di storia in un luogo che “in qualche modo è andato dimenticato”.
In mostra per chi visita la domus riaperta è una selezione di centinaia di manufatti ritrovati, tra cui oggetti in metallo e vetro.
Furono rinvenute anche statue, altre decorazioni e monete antiche.
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