Le autorità di regolamentazione esortano le piattaforme a chiedere la conversione del Codice di condotta sulla disinformazione.
Un codice di condotta volontario sulla disinformazione implementato dalle piattaforme online dovrebbe essere trasformato in un codice formale ai sensi del Digital Services Act (DSA) dell’UE, hanno affermato i regolatori nazionali in un rapporto pubblicato oggi (29 luglio).
Il Digital Services Board, composto dai Digital Services Coordinators (DSC) degli Stati membri, ha affermato nel suo rapporto che, insieme alla Commissione europea, “esorta i firmatari a procedere rapidamente” con l’adozione del codice formale.
Il Codice di condotta sulla disinformazione è stato formalizzato nel 2022 ed è sottoscritto da 34 aziende tra cui Meta, Microsoft e TikTok.
Secondo il rapporto, trasformandolo in un Codice di condotta formale, diventerebbe parte del quadro di co-regolamentazione della DSA.
“In considerazione dell’importante valore aggiunto del Codice in termini di mitigazione dei rischi sistemici, la Commissione ritiene che una rapida conversione del Codice sia fondamentale, con l’obiettivo di completare questo processo nei prossimi mesi”, ha aggiunto.
Nessun incidente di rilievo durante le elezioni europee
Il rapporto odierno, il primo da quando il DSA è diventato applicabile alle principali piattaforme nell’agosto dell’anno scorso e a tutte le piattaforme da febbraio, ha esaminato le misure adottate in vista delle elezioni del Parlamento europeo di giugno.
Con il DSA, la Commissione ha un quadro per valutare le misure adottate dalle piattaforme per rimuovere contenuti illegali progettati per influenzare i processi elettorali. Il rapporto afferma, tuttavia, che non ci sono stati “incidenti gravi o sistemici” che hanno interrotto il voto.
“Il livello dell’incidente è stato in linea con le aspettative e i preparativi e la risposta coordinata hanno dato i loro frutti”, ha affermato.
Le piattaforme online sono giunte a conclusioni simili nei report pubblicati nei mesi precedenti. Meta ha affermato, ad esempio, che le minacce erano per lo più focalizzate sulle elezioni locali piuttosto che su quelle dell’UE.
La Commissione ha affermato che ora monitorerà la conformità delle piattaforme in vista delle prossime elezioni nazionali, regionali e locali, nel contesto dei rischi per l’integrità elettorale.
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