Il Libro bianco della Commissione, aperto alla consultazione fino a giugno, sarà discusso dai ministri delle telecomunicazioni ad aprile.
Secondo il verbale di una riunione interna visto da Euronews, i governi dell’UE sono scettici riguardo al piano della Commissione europea, proposto il mese scorso, per rivedere le regole delle telecomunicazioni dell’Unione.
Un libro bianco della Commissione presentato il 21 febbraio definisce diverse opzioni politiche per garantire il raggiungimento degli obiettivi di connettività e cerca modi per facilitare le condizioni affinché le società di telecomunicazioni possano operare in tutto il blocco.
Il documento, aperto alla consultazione fino a giugno, esamina come affrontare i problemi di connettività, spettro e investimenti, poiché le nuove applicazioni tecnologiche richiedono sempre più elaborazione, archiviazione e trasmissione dei dati e quindi un aggiornamento delle infrastrutture.
Secondo i verbali interni, tuttavia, la maggior parte delle capitali si chiede se sia necessaria una nuova legge sulle telecomunicazioni, da proporre formalmente nell’ambito del prossimo mandato della Commissione, e si chiede se siano necessarie misure di armonizzazione dello spettro e di consolidamento del mercato.
Gli Stati membri mettono in dubbio la necessità di connessioni 5G più veloci e più numerose, dubitando della domanda di un utilizzo del 5G su larga scala e credendo che quindi le società di telecomunicazioni non investiranno nella realizzazione della rete.
Le capitali sono scettiche anche riguardo all’aggiornamento del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (EECC) – la legge sulle telecomunicazioni del blocco destinata a essere rivista l’anno prossimo – che doveva essere recepito nel diritto nazionale entro il 2020. Inoltre, un’ulteriore armonizzazione dello spettro, che la commissione ritiene necessaria raggiungere gli obiettivi di introduzione del 5G resta, secondo le capitali, per lo più una competenza nazionale.
I verbali mostrano che alcuni paesi temono che la commissione “si concentri troppo su un risultato specifico [with its proposed measures] in un mercato difficile da prevedere.”
“È preoccupante, soprattutto perché non esiste una reale fondatezza per tutta questa politica. Di conseguenza, la politica proposta assume più un carattere politico, anziché una politica solida che possa essere testata”, afferma il documento.
Il Libro bianco sarà ulteriormente discusso durante un incontro informale dei ministri delle telecomunicazioni che si terrà a Bruxelles ad aprile.
Divario negli investimenti
I piani, accennati per la prima volta dal commissario europeo all’Industria Thierry Breton l’anno scorso, hanno scatenato un acceso dibattito tra l’industria delle telecomunicazioni che ha sostenuto che i principali fornitori di contenuti – che utilizzano infrastrutture di telecomunicazioni e creano traffico – dovrebbero pagare per l’implementazione della rete, anche se le grandi aziende tecnologiche sostengono qualsiasi extra le tariffe aumenterebbero semplicemente i costi per i consumatori.
Fin dall’inizio i 27 Stati membri nazionali si sono opposti all’idea; vedendo poca necessità di un intervento normativo e dubitando dell’esistenza di un gap di investimenti.
La Commissione ha affermato che il raggiungimento degli attuali obiettivi del decennio digitale per la connettività ad alta velocità e il 5G potrebbe richiedere un investimento totale fino a 148 miliardi di euro e ulteriori fondi aggiuntivi per garantire anche la piena copertura dei cosiddetti corridoi di trasporto, ferrovie e strade.
Nel frattempo, i governi nazionali sono molto indietro nel raggiungere gli obiettivi di connettività a livello dell’Unione per il 2030. Euronews ha riferito il mese scorso (23 febbraio) che i dati mostrano che poco più della metà (55%) degli obiettivi è sulla buona strada per essere raggiunto a tutti i livelli. Per quanto riguarda l’implementazione di reti ad altissima capacità, solo 11 paesi su 23 sembrano sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo richiesto, garantendo a tutta la popolazione l’accesso alla copertura gigabit e la distribuzione delle reti 5G in tutte le aree popolate.
La Commissione aveva avvertito all’inizio di quest’anno (30 gennaio) che un persistente basso utilizzo del 5G in Europa significa che altre tecnologie dipendenti da Internet veloce, come l’intelligenza artificiale, dovranno affrontare ritardi nell’adozione.
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