Bali protegge le spiagge pubbliche dai resort che le occupano

Bali protegge le spiagge pubbliche dai resort che le occupano

Bali tutela le spiagge: accesso pubblico garantito contro esclusività privata

Pubblicato il 19 novembre 2025 alle 16:47


Il rischio di esclusione: perché le spiagge di Bali devono restare aperte

Sull’iconica isola degli dei, Bali, si alza un deciso segnale da parte delle autorità locali per salvaguardare un patrimonio collettivo prezioso: le spiagge. Negli ultimi anni, la crescita turistica e un boom edilizio sempre più imponente hanno trasformato gran parte della costa balinese, mettendo a rischio uno dei diritti fondamentali per le comunità indigene e i visitatori: l’accesso libero alle aree costiere.

Il governo dell’isola ha infatti rilevato un preoccupante aumento delle segnalazioni in cui hotel di lusso, ville private e beach club escludono i residenti e il pubblico dalle spiagge, limitando così la fruizione di spazi che dovrebbero rimanere aperti a tutti. Una tendenza che ferisce non solo l’accesso al mare, ma anche le tradizioni locali, poiché molte di queste spiagge sono luogo di cerimonie marittime indù di profondo valore culturale, come Segara Kerthi e Pakelem.

Nonostante la legislazione nazionale vieti la privatizzazione delle spiagge, l’applicazione di queste norme è stata finora disomogenea. Di fronte a questa criticità, il governatore balinese I Wayan Koster ha presentato il 17 novembre un nuovo regolamento volto a ristabilire con fermezza la costa come bene pubblico per tutti.


Le tensioni lungo la costa: casi emblematici di esclusione e frustrazione

La mossa politica arriva in risposta a numerose proteste e episodi che hanno suscitato un diffuso malcontento tra la popolazione locale e i turisti nazionali. Numerosi abitanti dell’isola si sono trovati allontanati da spiagge storicamente pubbliche, con motivazioni che spaziano dal miglioramento della vista degli ospiti agli affitti esclusivi di ville sul mare.

Tra gli episodi più significativi, nel 2023 un visitatore è stato invitato a lasciare la spiaggia di Geger, a Nusa Dua, per non ostacolare la vista della clientela di un hotel; a Sanur, una madre e il suo bambino sono stati allontanati da un tratto di costa dietro a un resort. Casistiche analoghe si sono ripetute a Buleleng, dove persino chi affittava una villa in riva al mare impediva alla popolazione locale di accedere all’acqua e nuotare liberamente.

Koster si è espresso senza mezzi termini, accusando alcuni operatori di comportarsi “come se possedessero la spiaggia e il mare”, pur non detenendo diritti su quelle aree costiere. L’invito del governatore è rivolto ai legislatori affinché si muovano rapidamente per approvare entro fine anno un regolamento chiaro, capace di mettere fine a queste pratiche e ristabilire un equilibrio, proteggendo allo stesso tempo la cultura e le tradizioni balinesi.


Gestione del turismo e tutela degli spazi pubblici: le nuove strategie di Bali

La regolamentazione dell’accesso alle spiagge si inserisce in un quadro più ampio di interventi messi in campo dalle autorità sull’isola per rispondere alle sfide del turismo di massa. Bali sta affrontando con decisione il problema del sovraffollamento turistico e della pressione ambientale, cercando di sostenere un modello di sviluppo più responsabile e rispettoso delle comunità locali.

Tra le misure introdotte, vi sono nuove linee guida per disciplinare il comportamento dei visitatori, soprattutto nei luoghi sacri. Abiti appropriati, divieto di fotografie in momenti e contesti sensibili, e il pagamento di una tassa di soggiorno di 150.000 rupie (circa 9 euro) all’arrivo sono diventati obblighi per chi desidera esplorare l’isola. Chi non rispetta le regole rischia sanzioni legali.

Inoltre, i legislatori hanno avanzato una proposta di tassa giornaliera ispirata al modello del Bhutan, pensata per favorire un turismo di qualità e contenere il flusso eccessivo di visitatori. Parallelamente, è stata sospesa la concessione di nuove licenze per hotel in località già sovrasfruttate, con l’obiettivo di dare respiro agli ecosistemi e preservare l’autenticità del territorio.


Conclusioni: verso un futuro sostenibile per Bali

La svolta normativa di Bali rappresenta un passo fondamentale per una destinazione che continua ad attirare milioni di persone, ma che adesso deve guardare al futuro con maggior attenzione alla sostenibilità e al rispetto del patrimonio culturale e naturale. Garantire il libero accesso alle spiagge, proteggere le tradizioni religiose e gestire in modo equilibrato il turismo sono sfide imprescindibili per mantenere intatto il fascino che ha reso Bali un luogo amato in tutto il mondo.

Con queste nuove regole, l’isola mira a salvaguardare le sue coste come spazi di incontro e comunione, dove sia possibile conciliare ospitalità e tutela degli interessi locali. Un impegno che contribuisce a delineare il profilo di Bali come meta consapevole, capace di offrire esperienze autentiche, profonde e rispettose della cultura che la caratterizza.