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Apple afferma che il regolamento digitale dell’UE – il Digital Markets Act (DMA) – è stato implementato in reazione ad agende politiche e colpisce ingiustamente il colosso tecnologico statunitense da quando la legge è entrata in vigore all’inizio del 2023.
Questa accusa potrebbe rinforzare le argomentazioni dell’amministrazione statunitense secondo cui le aziende tecnologiche locali stanno subendo ingiustamente la pressione dei regolatori europei.
Donald Trump ha inaspettatamente minacciato di applicare “significative tariffe aggiuntive” ai paesi che attuano legislazioni contro le aziende tecnologiche americane a fine agosto, a meno che tali azioni discriminatorie non vengano revocate.
In una presentazione in risposta a un questionario della Commissione europea sulla prima revisione del DMA, chiusa mercoledì, Apple ha dichiarato che le regole “dovrebbero essere abrogate mentre si adotta un approccio più adeguato agli obiettivi legislativi”.
Il DMA obbliga i giganti tecnologici identificati come “gatekeeper” a conformarsi a una serie di normative per migliorare la concorrenza nel settore.
La sottomissione afferma che “la Commissione è stata molto sensibile alle pressioni esterne, sia da denuncianti sia da agende politiche, concentrandosi in modo sproporzionato su Apple. […] La Commissione ha considerato il DMA come un’arma, adottando una posizione persistentemente contraddittoria unicamente contro Apple, che è del tutto inadeguata per questo quadro normativo.”
Nel 2023 e 2024, la Commissione ha identificato sette gatekeeper sotto il DMA: le piattaforme americane Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft; Bytedance con sede in Cina; e Booking.com, con sede nei Paesi Bassi.
Apple e Meta sono state multate ad aprile per non aver rispettato il DMA. La Commissione ha inflitto una multa di 500 milioni di euro dopo aver scoperto che impedivano agli sviluppatori di comunicare liberamente con i consumatori e di indirizzarli verso canali alternativi per offerte e contenuti.
L’indagine ha rivelato che gli sviluppatori di app che distribuiscono tramite l’App Store di Apple non potevano informare i clienti, gratuitamente, su offerte alternative esterne all’App Store.
Critiche dagli Stati Uniti
L’amministrazione di Donald Trump ha criticato l’applicazione delle normative digitali dell’UE, inclusi l’AI Act, il Digital Services Act e il DMA.
I vicepresidenti della Commissione Teresa Ribera e Henné Virkkunen hanno affermato all’inizio di quest’anno in una lettera che risponde alle interrogazioni del Congresso degli Stati Uniti, sottolineando che il DMA non colpisce le aziende statunitensi e si applica in modo neutro alle piattaforme digitali designate come “gatekeeper”.
Un portavoce della Commissione ha dichiarato in una nota che “la conformità al DMA non è facoltativa, è un obbligo”.
“I gatekeeper, come Apple, devono consentire l’interoperabilità dei dispositivi di terze parti con i loro sistemi operativi. Proprio perché in UE, grazie al DMA, le aziende hanno il diritto di competere in modo equo”, ha aggiunto il portavoce.
La revisione del DMA deve essere completata entro maggio 2026 e successivamente ogni tre anni.