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ToggleLa crescita esponenziale della spesa in ricerca e sviluppo per la difesa nell’Unione Europea
Negli ultimi cinque anni, la spesa dedicata alla ricerca e sviluppo (R&S) nel settore della difesa è aumentata in modo significativo all’interno dell’Unione Europea. I dati dell’Agenzia europea per la difesa (EDA) indicano un rialzo da 9 miliardi di euro nel 2020 a una previsione di circa 17 miliardi per il 2025. Sebbene le cifre di Eurostat appaiano più contenute – a causa di metodologie diverse – segnano comunque una crescita superiore al 25% tra il 2018 e il 2023, ultimo anno disponibile.
Un fattore determinante in questa escalation finanziaria è l’invasione russa dell’Ucraina, che ha profondamente riverberato sulle strategie di sicurezza e difesa europee con un’accelerazione senza precedenti nei programmi di innovazione militare.
L’impatto dell’invasione russa sull’incremento della spesa per la difesa
Come spiegato da Calle Håkansson, ricercatore presso l’Agenzia svedese per la ricerca sulla difesa, “l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia è stata la molla principale per l’impennata degli investimenti in difesa e, di conseguenza, in ricerca e sviluppo per la difesa in tutto il continente”.
Il conflitto ha rappresentato un punto di svolta decisivo: sebbene negli ultimi dieci anni gli investimenti fossero già in crescita, la guerra nel cuore dell’Europa ha spinto gli Stati membri a ridefinire le priorità. Inoltre, l’obiettivo stabilito dalla NATO di destinare almeno il 3,5% del PIL alla difesa promette di sostenere ulteriormente questa tendenza negli anni a venire.
L’Agenzia europea per la difesa ha preferito non divulgare dati a livello nazionale, motivando la decisione con ragioni di classificazione. Eurostat, invece, offre statistiche nazionali più contenute: nel 2023 ha registrato una spesa di 4,07 miliardi di euro in R&S per la difesa, contro gli 11 miliardi stimati dall’EDA per lo stesso anno. Nonostante la discrepanza, entrambi gli enti concordano nell’indicare un aumento rilevante dei finanziamenti.
Le nazioni leader nella ricerca e sviluppo militare: Francia e Germania in testa
Nel panorama europeo, Francia e Germania dominano la spesa in R&S nel settore della difesa, coprendo quasi tre quarti degli investimenti totali dell’UE. Nel 2023, la Francia ha destinato 1,6 miliardi di euro per sostenere la propria industria militare, mentre la Germania ha investito 1,4 miliardi. Insieme ammontano a circa 3,014 miliardi, il 74% del totale europeo.
Al terzo posto si posiziona la Spagna, con 378 milioni di euro, pari al 9,3% della spesa complessiva. Tuttavia, il rapporto degli Stati Uniti con Madrid è stato recentemente teso: l’ex presidente Donald Trump ha criticato pubblicamente la Spagna per non aver raggiunto l’obiettivo delle spese militari almeno al 5% del PIL, arrivando persino a minacciare un’esclusione dalla NATO. La Spagna, infatti, resta il solo membro tra 32 paesi a non aderire formalmente a questo impegno.
A completare la top five sono i Paesi Bassi e la Svezia, con rispettivamente 200 e 176 milioni di euro investiti nel 2023. Questi due Stati, insieme, rappresentano quasi il 9,2% della spesa complessiva europea.
Nonostante la dimensione economica dell’Italia, uno dei principali paesi dell’Unione, il Bel Paese ha speso 73 milioni di euro, collocandosi al settimo posto, dietro alla Norvegia che ha investito 136 milioni. Degno di nota anche il fatto che sei Stati membri non hanno dichiarato alcuna spesa in R&S per la difesa, mentre altri sei hanno destinato meno di 10 milioni di euro.
Priorità nazionali e strategie di investimento nella difesa europea
Secondo Rafael Loss, esperto del Consiglio europeo per le relazioni estere (ECFR), Francia e Germania – pur rappresentando il 43% della spesa complessiva in difesa dell’UE – concentrano il 75% degli investimenti in ricerca e sviluppo militare. Questo divario riflette chiaramente le differenti priorità politiche degli Stati membri nell’allocazione delle risorse: ad esempio, Italia e Spagna destinano una quota più elevata della spesa alla componente personale delle forze armate.
La sinergia tra ambienti di innovazione civile e militare premia paesi come Francia e Germania, dotati di sistemi universitari robusti e di un sostegno pubblico consistente alla ricerca. Questo ecosistema favorisce lo sviluppo di settori R&S diversificati e all’avanguardia, indispensabili nel contesto della sicurezza europea contemporanea.
Come sottolinea anche Håkansson, la ricerca ad alta intensità nel settore della difesa si concentra prevalentemente in sei nazioni: Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna e Svezia. Questi paesi generano la maggior parte delle attività innovative militari.
Nel complesso, secondo la classificazione dell’EDA, la spesa totale per la difesa dei 27 Stati membri dell’UE nel 2024 ha raggiunto i 343 miliardi di euro, con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Ciò colloca la spesa militare europea intorno al 1,9% del PIL.
Eurostat, da parte sua, registra nel 2023 una spesa pubblica per la difesa di 227 miliardi di euro, pari all’1,3% del PIL. L’andamento al rialzo riflette la crescente preoccupazione degli Stati europei verso la necessità di rafforzare le capacità militari in un panorama internazionale sempre più instabile.
L’EDA evidenzia inoltre che, sebbene i finanziamenti siano in crescita, la quota di progetti di collaborazione tra Stati membri resta ancora limitata. Questa situazione rappresenta un’opportunità unica per migliorare l’efficienza degli investimenti, valorizzare i programmi europei di finanziamento e aumentare l’interoperabilità degli armamenti tra le nazioni, favorendo così una difesa integrata e coordinata.
Conclusioni
L’aumento della spesa europea in ricerca e sviluppo nel settore della difesa riflette un mutato contesto geopolitico, dominato dalla crisi in Ucraina e dalla necessità di rafforzare le capacità militari nazionali. Francia e Germania guidano questo processo, sostenute da sistemi di innovazione ben strutturati e da decisioni politiche mirate.
Tuttavia, permangono profonde differenze tra i paesi dell’UE in termini di priorità e destinazione delle risorse, che incidono sugli equilibri all’interno dell’alleanza NATO e sull’efficacia complessiva delle strategie di difesa continentale. Rafforzare la cooperazione multilaterale e intensificare i programmi condivisi di ricerca e sviluppo rappresenta oggi una sfida cruciale per consolidare una difesa europea all’altezza delle nuove minacce globali.